LA CACIARA
P’ evita la discussione,
c’è un sistema ben studiato,
se sai che l’ altro ci ha ragione,
daje all’ ugola più fiato.
Metti ar massimo er volume,
specie se toccan certi tasti,
se t’ accollano er marciume,
la caciara pronta impasti.
Questo è ‘n termine romano,
assai antico e popolare,
ma cor tempo piano piano,
oggi è der parlamentare.
Me ricordo i tempi andati,
della tele le tribune,
le ragion dei deputati,
ascortavi l’altre e l’une.
Oggi pareno dei pazzi,
pe’ nisconne più de ‘n torto,
copron l’altro de schiamazzi,
perdi tempo a daje ascorto !!!!
LA LUMACONA
Pe' 'n problema de frizione,
dar meccanico so' annato,
ecco che quest'occasione,
na notizia m'ha svelato.
Ci hai presente 'na rimessa ?
Che ce sta d'arredamento ?
dove vai e' sempre la stessa:
è comune er complemento.
Niente quadri alle pareti,
solo zinne e chiappe ar vento,
che se c'entran sore o preti,
te richiedon pentimento.
So' volgari, chi lo nega,
però l'occhio è catturato,
anche er casto lì se piega,
uno resta imbalsamato.
Tra le tante lumacone,
una c'era assai procace,
che rapì la mia attenzione:
de guardar' altro.. fui incapace.
Io 'sto viso l'ho già visto,
forse dentro an filme porno,
se lo trovo me lo acquisto:
pensier mio fu tutto il giorno.
L' apertura dun ' ospedale,
me risolse 'sto dilemma:
stava accanto ar cardinale,
co' sorriso e 'na gran flemma.
Or comanna un ministero,
ci ha n' aspetto de clausura,
spesso veste tutto in nero,
per i più ...è 'na jattura.
Quando poi l'informazione,
sui problemi di sanità,
chiese la sua posizione,
pensa tu che sto a pensà ?
Puoi cambiar l'acconciatura,
allungatte un po' la gonna,
ar linguaggio daje cura,
per me resti " quella donna"!
http://www.corriere.it/politica/10_giugno_10/senato-ddl-intercettazioni-maxiemendamento-fiducia_0e199532-7475-11df-b340-00144f02aabe.shtml
Il Nobel Dario Fo: «Firmo gli articoli con voi, sono pronto al carcere»
(all'Unità) «È incredibile quello che sta accadendo, mai visto prima.
Non sono nuovo alla resistenza. La galera la conosco già».
Il Guardian (UK): La minaccia alla libertà di stampa in Italia è un problema per l’intera Europa Condividi Ieri alle 19.46
Tratto dal Guardian: http://www.guardian.co.uk/media/2010/may/30/italy-press-freedom
L’Euro non è la sola questione spinosa dell’Europa: c’è anche la fondamentale libertà di stampa. C’è il disegno di legge che deve passare al vaglio del Senato italiano questa settimana.
Niente più resoconti su indagini prima che il processo abbia inizio (anche se il processo durasse per anni). Niente più registrazioni o fotografie di alcuna persona, nemmeno di boss mafiosi, a meno che il soggetto non dia il consenso. Soltanto i membri dell’”Ordine Nazionale dei Giornalisti” approvato dallo Stato potranno registrare o filmare. Multe che sfiorano il mezzo milione di euro per i trasgressori, 20.000 euro per ogni giornalista che contravviene.
E’ un crudele insulto a tutto ciò che può esser chiamato libertà di stampa in una democrazia che funziona solo a metà. Forse, una squallida dittatura da Terzo Mondo chiamata Berlusconia: ma questa è l’Europa, la nostra Europa.
Peter Preston
http://www.guardian.co.uk/media/2010/may/30/italy-press-freedom
CONTRO LEGGE BAVAGLIO NECESSARIO SCIOPERO DI TUTTI I MEDIA, STORICO PER DURATA E PARTECIPAZIONE Condividi
mercoledì alle 0.58
La ''legge bavaglio'' è un provvedimento legislativo senza precedenti nella storia della Repubblica. Gli effetti nefasti - almeno noi giornalisti - li conosciamo tutti. Chiediamo, coralmente, partendo dal basso, alla Federazione nazionale della stampa italiana (anche se la Fnsi è già molto sensibile al problema) di organizzare uno sciopero che rimarrà nella storia per durata ed intensità.
Dico una cosa risaputa: se cediamo, molti colleghi saranno messi in difficoltà dagli editori.
di Silvia Truzzi
Anche al tempo del regime fascista gli italiani che volevano sapere la verità potevano cercarla sui giornali stranieri. Ma non ne erano affatto contenti. Lo scriveva Indro Montanelli nel 2001, rispondendo a un lettore del Corriere. La censura trova sempre i suoi antidoti e oggi il rimedio potrebbe arrivare proprio dai giornali stranieri. Miguel Mora, corrispondente del Paìs da Roma, è in Italia dal 2008: l’anno scorso fu protagonista di un indimenticabile duetto alla Maddalena con Berlusconi, notoriamente poco abituato alle domande dei giornalisti. Nel caso si trattava dell’affare D’Addario : Mora gli chiese se non aveva preso in considerazione l’ipotesi di dimettersi.
I giornali degli altri Paesi daranno asilo politico alle notizie italiane, se questo bavaglio dovesse diventare legge?
Io ho ancora delle speranze. Spero che qualcosa succeda: se l’Europa protestasse o se il presidente della Repubblica decidesse il rinvio alle Camere. Forse non tutto è perduto, anche se Berlusconi mi sembra molto determinato. È un problema europeo e internazionale, non italiano. L’Italia ha una legislazione antimafia molto efficace, che altri Stati non hanno: se dovesse essere toccata, le conseguenze saranno terribili anche per gli altri Paesi. Ci saranno comunque giornali europei, e non solo, di-sposti a ospitare le notizie che il regime berlusconiano ha censurato.
Ha detto “regime”.
L’Italia è in un regime mediatico da anni. L’uomo che controlla l’80 per cento delle televisioni e ha interessi ovunque – dal calcio alla pubblicità – è il presidente del Consiglio. Se non è una dittatura è un regime populista-aziendalista. Questa legge è una spinta ulteriore verso una società meno informata e una magistratura indebolita nella lotta alla criminalità. È inquietante, ma è la conseguenza logica della politica di questi anni.
Perché l’Europa non fa nulla?
E perché l’Italia ha permesso a Berlusconi di essere eleggibile? L’Europa è un’unione moneta-ria, non politica. In Spagna, ma anche in Francia, abbiamo avuto fenomeni simili a Berlusconi: ma sono stati arginati. Perché gli anticorpi democratici di questi Paesi li hanno rifiutati. La responsabilità è di chi non l’ha fermato. È vero che in quel momento – nel ‘94 – c’era un grande caos nella politica italiana, ma doveva essere stabilita una soglia democratica da non valicare. La responsabilità dell’Europa c’è, ma c’è anche quella della sinistra italiana. Che è entrata in questo gioco, o perché ha pensato che fosse strumentale o perché non era in grado di governare.
Come ha reagito Zapatero
all’abbandono di Berlusconi in conferenza stampa?
Era esterrefatto: è la seconda volta che gli fa uno show, dopo quello della Maddalena l’anno scorso.
Napolitano ha detto: “I professionisti della richiesta al presidente della Repubblica di non firmare spesso parlano a vanvera”. Crede che firmerà il bavaglio?
Non firmare creerebbe un conflitto tra le istituzioni. Io credo che lui sarà onesto: se troverà aspetti di incostituzionalità, rinvierà alle Camere. Non capisco però questa frase sul “parlare a vanvera”. Se esiste questa possibilità perché non utilizzarla? Forse voleva solo dire, lasciate-mi fare il mio lavoro in pace.
Forse non è il momento di andare per il sottile: si è parlato anche di inserire la pena detentiva per gli editori.
È una cosa inaudita. C’è un abuso di intercettazioni inutili. Questo è un problema che però si risolve in due minuti. Dietro c’è la volontà di punire la stampa e i magistrati, i nemici giurati di Berlusconi. Ma giornalisti e magistrati sono anche due importanti protagonisti dei regimi democratici.
Il premier ha definito la stampa italiana anche troppo libera...
C’è un grande coraggio in alcuni quotidiani e in alcuni programmi televisivi. Sono gli eroi del giornalismo italiano. Ma sono un’eccezione. Tutti gli altri temono per il loro stipendio.
Il Fatto Quotidiano, 11 Giugno 2010
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Intercettazioni: “ E’ uno sfascio. Così si agevolano le mafie”. Parla Nicola Gratteri, magistrato antimafiaCondividi
Oggi alle 1.07
Giudice in composizione collegiale, limitazione delle intercettazioni, ridimensionamento dell’uso delle ambientali. Bisogna leggere il provvedimento, approvato dal Senato, per capire lo scempio e il colpo durissimo che il governo e la maggioranza hanno inferto alla lotta alla mafia e al crimine diffuso. E i numeri dei latitanti arrestati non bastano più per giustificare un provvedimento che fa cadere la maschera a questo esecutivo che, nei fatti, aiuta il crimine organizzato riducendo gli strumenti a disposizione dei magistrati. Nicola Gratteri conosce bene la ‘ndrangheta, la combatte da anni, la mafia calabrese ha più volte progettato di ammazzarlo. Prima di fare una legge porcata, come questa, che disciplina materie delicatissime bisognerebbe ascoltare chi quotidianamente combatte il crimine. Ma i suggerimenti, gli appelli, le richieste di modifica sono cadute miseramente nel vuoto. Abbiamo raggiunto Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, al telefono. L’amarezza di un giusto, la frustrazione degli onesti. Gratteri non vuole sentire parlare dei successi contro le mafie, rivendicati dal governo. “ Mi deve spiegare lei, l’intervento del ministro della giustizia e dell’interno per favorire l’arresto dei latitanti. Mi dice una cosa che hanno fatto concretamente? Cosa hanno modificato dal punto di vista degli uomini a disposizione, dal punto di vista normativo? Nulla. E’ frutto del lavoro, il sudore esclusivo di chi fa polizia giudiziaria, anche oltre le ore di lavoro previste, sapendo che le ore straordinarie saranno pagate solo in parte”.
Si cambia registro sulle intercettazioni. E’ preoccupato?
“E’ un grave errore di strategia contro le mafie. Anche se la limitazione investe i reati fine è ovvio che se devo indagare su un mafioso, io non parto intercettando un capo mafia, o un notorio mafioso, parto sempre da gente quasi insospettabile. Voglio dire che le indagini sull’associazione a delinquere nascono indagando su reati minori. Porre queste limitazioni è un grosso vantaggio per le mafie, per le organizzazioni criminali
Costano troppo le intercettazioni, dicono
Non è vero. L’intercettazione è il mezzo più economico e garantista che esista. Io se metto sotto controllo un telefono con 11 euro più iva, io per 24 ore conosco dove si sposta questa persona. Per avere lo stesso risultato devo fare un pedinamento con due,tre macchine e allo stato costa almeno 2-3 mila euro
Il testo modifica anche le ambientali?
Le ambientali sono state la grande svolta dagli anni ’90 ad oggi nella grande investigazione. I maggiori risultati dal punto di vista probatorio le abbiamo avute dalle ambientali, la voce naturale di due mafiosi che parlano corrispondono in termini di valore alle dichiarazioni di venti collaboratori di giustizia .
Il testo prevede che le intercettazioni devono essere autorizzate da un giudice competente, che decide in composizione collegiale.Cosa ne pensa?
Quella è una follia. Ogni mattina io penso a questi pulmini che partono da Castrovillari, da Rossano, da Vibo per andare a Catanzaro per portare le richieste di intercettazioni al tribunale distrettuale di Catanzaro e anche per una proroga. Ma non portare solo la richiesta di 20-30 pagine, ma portare 20-30, 100 faldoni. Ci sono fascicoli composti da 180 faldoni. Portare ogni volta 180 faldoni da Cosenza a Catanzaro vuol dire una giornata, il giudice poi deve leggere e le carte devono tornare indietro. Siamo all’età della pietra, torniamo all’inchiostro e calamai. Nel 2010 dovremmo puntare all’informatizzazione. Dovremmo
Aumentano gli arresti dei latitanti? Un successo del governo?
Cosa concretamente hanno fatto il ministro della giustizia e il ministro dell'interno? Me lo dice lei? Cosa hanno modificato dal punto di vista degli uomini a disposizione, da punto di vista normativo? Nulla. Gli arresti sono il frutto esclusivo del lavoro, del sudore di chi fa polizia giudiziaria, anche oltre le ore di lavoro previste, sapendo che le ore straordinarie saranno pagate solo in parte.
E’ uno sfascio questo provvedimento per il sistema giustizia?
Certamente, uno sfascio.
http://www.articolo21.org/1293/notizia/intercettazioni---e-uno-sfascio-cos-si.html
ML.
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Giuseppe Martino Puzzovio Di cosa abbiamo bisogno per dire basta, come può un popolo ribellarsi se non vede lo sfacelo che lo circonda, siamo ciechi ai più elementari segnali. Se anche i nostri partigiani avessero avuto il nostro stesso atteggiamento noi oggi cosa saremmo? Se i nostri nonni ed i nostri padri avessero avuto anch' essi il nostro atteggiamento noi oggi di quali diritti disporremmo? Faccio qui un 'appello a tutte le forze sane e a coloro che vogliono veramente cambiare le cose: UNIAMOCI, LOTTIAMO INSIEME, perché la cosa sicura è che se non uniamo le nostre forze siamo fottuti tutti nessuno escluso. NON ESISTE DOMANI, NON ESISTE FUTURO, ADESSO E' IL MOMENTO, O MAI PIU', se non si capisce questo che l' onnipotente ci assista.
DI COSA ABBIAMO BISOGNO?
Non ci è bastato che ci derubassero del futuro dei nostri figli, che ci derubassero del nostro futuro, che ci negassero il diritto ad essere informati delle malefatte della casta approvando una legge vergognosa unica in Europa, a nulla sono servite le continue leggi ad personam fatte per salvare ...
Di: INFORMARE CONTROINFORMANDO
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Contro la Legge Bavaglio REAGIAMO - INCONTRIAMOCI - CONOSCIAMOCI - ORGANIZIAMOCI LOCALMENTE E' UN NOSTRO DIRITTO - E' UN NOSTRO DOVERE
(Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21)
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
Libertà di riunione e associazione:
E" un diritto dell’uomo quello di formare gruppi, organizzarsi e riunirsi per perseguire scopi d’interesse comune. La possibilità di organizzarsi è per i cittadini uno strumento importante, con il quale possono influenzare il governo e i loro rappresentanti. Infatti, questi diritti sono tutelati dai trattati che si occupano di diritti umani, sia internazionali che locali. Sono diritti validi in ogni caso, qualsiasi sia lo scopo per il quale vengono esercitati; simbolo significativo del loro esercizio sono le manifestazioni di massa.
Il diritto alla libertà di associazione è garantito dai trattati internazionali relativi ai diritti umani, anche se trova migliore definizione nel diritto internazionale del lavoro, in riferimento al suo particolare legame con la possibilità per i lavoratori di difendere il loro status economico e sociale. La libertà di associazione è una delle disposizioni fondamentali che sostengono l’operato dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). I principi dell’OIL difendono i diritti dei lavoratori e dei datori di lavoro a costituire organizzazioni e alla contrattazione collettiva.
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