domenica 20 giugno 2010

riflessioni sul necrologio dell'osservatore romano



---RICEVUTO DA LOU AGNELLO

Alcune riflessioni ispirate

dal "necrologio" a

Josè Saramago formulato

da "L' Osservatore Romano".


E' noto come, a poche ore dalla sua morte, lo scrittore premio Nobel per la Letteratura Josè Saramago sia stato "liquidato" dal portavoce cartaceo
del Vaticano.

Non riuscendo in alcun modo ad esimermi da uno sdegno profondo per l'intenzione distruttiva con la quale è stato dato in pasto il valore morale di un uomo "giusto", integro, coerente sino all'estremo, vi propongo un excursus intorno al "pulpito" dal quale sono partite le opinioni espresse ne "L' Osservatore Romano".


Si tratta di riflessioni di D. Iannelli, ad ampio respiro, che toccano i temi della misoginia e della necessità, da parte della Chiesa, Romana e non, della repressione dell'autonomia del pensiero libero, non condizionato da schemi, vissuto da tutti i Credo, da sempre, come pericolo da estirpare in tutti i modi possibili.

Questo Saramago lo sapeva bene. Rendo onore a lui e a tutti coloro che hanno saputo prendere le distanze da un pensiero omologato che nella sostanza ha remato, dalla notte dei tempi, contro il diritto alla felicità delle persone.

"Il bisogno religioso nell'uomo ha la radice nella realtà della morte e nell'angoscia che essa invariabilmente produce. In tanti casi la cognizione di un Dio può aiutare a mettere ordine in una vita che spesso rischia di perdere il proprio significato. Quindi l'equazione è: se Dio esiste anch'io esisto ed acquisto importanza e addirittura mi proietto oltre la morte.

Ma il problema è che Dio non c'è, nel senso che non si fa vedere, e dunque è sempre l'uomo con il suo carico enorme di difetti che parla in sua vece. Ed è questo il motivo per cui le religioni fin dai primordi sono servite a tenere sottoposta e controllata la gente.

La religione socialmente intesa non può essere scissa dal potere ed è la fame di potere degli individui che la perpetua e la tramanda.
L'ossessione del sesso ha caratterizzato sempre la vita dei religiosi (in tutte le religioni).
L'ossessione del sesso si è tradotta sempre in misoginia. La donna è stata sempre svalutata dalle religioni e nella storia delle società cristiane la femmina dell'uomo lungi dalla condizione di parità ha fatto terribilmente fatica ad essere considerata portatrice di anima.

Era un po' sopra alla condizione degli animali ma notevolmente al di sotto dell'uomo maschio. Chi ha letto la Bibbia e si è convinto che si tratta di un libro importante rifletta a come gli interpretatori autodefinitasi esclusivi l'hanno usata nei secoli.
I manipolatori di professione hanno fatto dire alla Bibbia, al Corano e ad altri libri del genere quello che di volta in volta faceva loro comodo.
I manipolatori erano tutti di sesso maschile e così la donna è stata vista come un essere inferiore, infida come un serpente e moralmente deleteria.

La donna è peccatrice e tentatrice come satana.

La madre di Gesù, per acquisire la dignità che gli compete, ha dovuto essere vergine, con un palese schiaffo alla più elementare logica.

Anche le sante per essere tali avevano bisogno della condizione di vergini, con qualche rara eccezione per la condizione di vedove.

Del resto sia san Paolo che sant'Agostino avevano escluso ogni dignità alla donna sessualmente attiva. Potevano essere degli specchi di virtù, ma il sesso le condannava in modo inappellabile. Generalmente noi soffriamo della deformazione del "tutto naturale" anche per le cose più assurde.

Oggi chi di noi trova inaccettabile che la Chiesa cattolica impedisca a una donna degna, di essere prete, vescovo o papa? La donna non vergine (e santa) è stata sempre sull'orlo di essere considerata una prostituta.
Del resto che cosa di buono ci si può aspettare dalle sciagurate figlie di Eva? Il comportamento di Eva all'epoca della creazione è stato tale da far cadere le braccia: una sciocca vanesia e credulona, facile preda del serpente tentatore e irresponsabile trabocchetto per Adamo e la sua progenie.
Quindi non è una questione di mele, ma una questione di efficace mezzo calunnioso per tenere a bada un cervello che avrebbe potuto avere la pretesa di primeggiare.

Del resto seguire la Bibbia ha molto spesso significato mettere il cervello sotto naftalina.

Di questo ne abbiamo anche oggi un incredibile esempio nei creazionisti statunitensi (tra cui è da annoverare anche il presidente Bush) che vogliono combattere le "pericolose" teorie evoluzionistiche con le favole bibbliche.
Non è questa la sede per discutere il profilo sessuofobico di Gesù di Nazareth, ma sta di fatto che egli fece scandalo anche per il modo aperto e innovativo con cui trattava le donne.
Solo che dopo Gesù la misoginia e la sessuofobia divennero dilaganti tra i suoi seguaci. Per secoli e secoli la donna venne destituita di importanza e solo nei primi secoli del secondo millennio, sull'onda del sentimento romantico dell'amor cortese che produsse anche il "Dolce stil novo" di Dante, si diede valore alla figura della madre di Cristo con i dogmi che la vollero vergine e madre e assunta in cielo in anima e corpo.
I Padri della Chiesa, senza eccezione alcuna, furono nemici del sesso e della donna. Nei primi secoli, anche i cristiani sposati non erano detentori del diritto di fare sesso coniugale.
Ogni contatto sessuale era gravato da riprovazione. Sant'Agostino dice chiaramente che l'unico modo per i coniugi di uscire dalla condizione di bestie ripugnanti è quello di astenersi totalmente dal sesso.
Ci si domanda a quali equilibrismi ci si doveva affidare per garantire l'astensione dal sesso e la perpetuazione della specie. Ogni pratica diversa dalla frettolosa deposizione del seme veniva ferocemente condannata. Il sesso orale era un crimine di gran lunga più grave di un efferato omicidio.
Una madre non avrebbe mai guadagnato, a differenza di una vergine, le alte gerarchie del paradiso, poiché fosse pure per una sola volta aveva soggiaciuto alle voglie di un maschio. La masturbazione era considerata come un gravissimo comportamento contro natura e fino a pochi decenni fa c'era chi si arrovellava la mente per tutta l'esistenza per allontanare i giovani da tanta ignominia. Taccio della lunga lista di inventori di aggeggi che opportunamente applicati dovevano impedire ai giovani di indulgere nottetempo alle "mollizie" autoerotiche.
Però mi piace citare un noto signore, il dottor John Harvey Kellogg. Noto davvero a tutti per i corn flakes che mangiamo nel latte la mattina.
Questo medico vissuto nella seconda metà dell'Ottocento oltre ad occuparsi di cereali aveva l'idea fissa di reprimere la masturbazione considerata come causa di tutti i peggiori mali del mondo. Aveva elaborato un programma di interventi (che oggi ci appaiono come frutto di pura follia) ad uso dei genitori che cogliessero in flagranza autoerotica i figli.
Clisteri freddi, fasce bagnate da applicare ai genitali, legacci per immobilizzare le mani fino alla circoncisione senza anestesia e alla cucitura del prepuzio per impedire le erezioni. La "follia" del creatore dei Kellogg's Corn Flakes era condivisa dalla classe medica dell'epoca e a noi oggi non rimane che continuare a chiederci del perché di tanta feroce sessuofobia.
La sessuofobia purtroppo non è un ricordo del passato. Basti pensare agli insegnamenti della Chiesa odierna in materia di morale sessuale, all'ostracismo per gli omosessuali, alle barriere circa la contraccezione.
Sebbene si siano attenuati i toni la masturbazione resta un peccato, al pari del sesso al di fuori del matrimonio.
Si continua a ragionare con l'ottica aberrante del seme versato, per cui lo sperma può avere come unico ricettacolo la vagina della moglie. Se è quella della fidanzata già le cose cominciano ad essere discutibili.
Nessuno considera il seme maschile come un vile liquame, ma sacralizzarlo fino a ritenere sconveniente di deporlo in un clinex è davvero troppo. Non si sono mai fatti censimenti degli orgasmi umani e credo che sia meglio che ce ne siano di più anziché di meno.
Per cui è ragionevole o no lasciare in pace la gente perché possa avere tutti gli orgasmi che vuole con le modalità che vuole, a patto che non si rechi danno a nessuno? Non c'è alcuna logica nel pensare che Dio sia più contento se non ci si mastrurba, se ci si astiene dalla sodomia, se non si indossa mai un preservativo, se si preferisce la posizione del missionario in un contesto coniugale. Io credo che se c'è un modo di offendere Dio sia quello di attribuirgli la stessa imbecillità di alcuni uomini.

Tutti noi ricordando le esperienze del passato legate alla religione, forse associeremo la noia alle prediche ascoltate.
Se la religione ci ha segnato positivamente ciò vuol dire che non ci è stata imposta e che qualche persona gentile ed amorevole ce ne ha parlato.
Pensando che per millenni la cristianità è stata angosciata con la minaccia dell'inferno e con l'ossessione del peccato oggi restiamo increduli su quanta acquiescenza rispetto ai dettami religiosi c'è in giro, anche da parte di chi fa gli affari suoi e non ha alcun senso del peccato.
Decisamente la mitologia religiosa ci è entrata dentro e sembra impossibile che possa uscirne. Il mito di Eva e il suo debole per le mele ci appare più credibile del mito di Pandora che essendo stata creata perfetta dagli Dei aprì sbadatamente il vaso in cui Zeus aveva racchiuso tutti i mali, cosicché questi si sparsero per il mondo. Da parte cattolica si parla tanto di condanna del relativismo, non riflettendo che nel relativismo sta la libertà e la dignità degli uomini di qualsiasi latitudine.
Se per esempio i mormoni vivono i rapporti di coppia in senso comunitario e non rigidamente esclusivo, non vuol dire che essi hanno torto e gli evangelici (per dire) hanno ragione. Se non si nuoce al prossimo la libertà di uno non toglie all'altro, anzi è garanzia che tutti possano vivere con il massimo di libertà.
Chi considera la religione dei pagani più rozza delle religioni monoteiste a mio avviso si sbaglia ed ha davvero molto da riflettere (ammesso che ne abbia voglia). Se si parla di rozzezza, tutte le religioni a loro modo sono rozze, dal momento che si basano su dogmi. La cosa più raffinata per l'uomo saggio è senza dubbio l'agnosticismo tollerante.
Tutte le tragedie dell'umanità, le guerre più lunghe e sanguinose, le crudeltà e la ferocia assassina per un verso o per l'altro fanno capo all'integralismo religioso. Dunque altro che negatività del relativismo!

Tutto quello che svia dalla realtà non è costruttivo e fa male all'uomo. L'indottrinamento fanatico di qualunque tipo è deleterio per la mente umana. Occorre pensare in modo semplice con un riferimento costante alla connessione dei fatti e delle situazioni.
I venditori di occultismo, di spiritismo e anche di spiritualismo sono obiettivamente degli spacciatori di droga.
Le menti più deboli possono rimanere intossicate anche dal tizio che ti dà i numeri per il lotto o che ti spiega l'oroscopo in televisione.
L'uomo è già troppo pericolosamente propenso alla mitologia dell'ignoto perché anche le televisioni, che detengono il monopolio degli ascolti, si mettano a battere con stupido conformismo il tasto dell'irrazionalità.
La nostra salute psichica è legata al grado del coinvolgimente nella logica del reale. Anche i sogni e le fantasie sono reali.
La chiave della vita sta nel libero lavoro della mente che accompagna l'azione. E' per questo che chi propone un modello di vita uguale per tutti è semplicemente un criminale, poiché uccide quello che di più prezioso ha l'uomo: la libertà.
Le religioni, tutte le religioni sono nemiche della libertà vera dell'essere umano che è quella di essere davvero se stessi senza i dettatori dell'etica e della morale. La morale autentica ogni uomo ce l'ha scritta dentro, a patto di non essere stato rovinato dai dettami degli "unti del Signore".

La società umana, per essere davvero libera e felice deve essere un bouquet vario di personali propositi, di certezze, di regole, di desideri e di slanci. Deve essere la quintessenza del relativismo. "Un solo popolo, una sola fede" lasciamolo alle barbarie del passato.
Tutto è nelle nostre mani e nulla è nelle mani di alcun dio."

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